Le reali cause del degrado dell’intonaco delle facciate e come risanarlo

Le reali cause del degrado dell’intonaco delle facciate e come risanarlo

L’intonaco protegge gli elementi strutturali e le murature dagli agenti atmosferici. Esso rappresenta la “pelle” dell’edificio e proprio per la sua funzione protettiva dalle aggressioni provenienti dall’esterno è tra i componenti costitutivi di un fabbricato maggiormente soggetti a fenomeni di degrado materico.

Condensa, cavillature, fessurazioni, scrostature, distacco sono i fenomeni più diffusi che interessano l’intonaco delle facciate e il loro manifestarsi è inarrestabile e irreversibile.

Da un punto di vista tecnico con il termine intonaco si intende una miscela di leganti inerti e acqua, opportunamente dosati a formare un insieme lavorabile e facilmente applicabile alle superfici. Oltre alla funzione estetica e di regolarizzazione delle inevitabili disuniformità di spessore delle facciate murarie, gli intonaci assolvono, come detto, anche l’importante compito di proteggere le strutture cui sono applicati dalle intemperie, dagli sbalzi termici e dall’umidità.

In generale, gli strati che compongono gli intonaci sono tre:

  • strato di aderenza, avente funzione di favorire l’adesione al supporto in muratura;
  • strato di fondo che costituisce la struttura ossea dell’intonaco e che consente di fatto la regolarizzazione delle imperfezioni superficiali delle pareti;
  • strato di finitura che conferisce l’aspetto finale all’intonaco e sul quale vengono eseguite la tinteggiatura e le eventuali decorazioni superficiali.

Il degrado dell’intonaco può avere diverse ragioni dovute soprattutto ad obsolescenza ovvero a vizi di progetto o di esecuzione (per esempio materiali scadenti che provocano eventi degenerativi precoci anche su edifici relativamente moderni).

Sulle pareti esterne, dove gli intonaci presentano una vita utile limitata 20 – 30 anni, il degrado avviene in particolare a causa di infiltrazioni di acqua e degli sbalzi di temperatura che determinano dapprima un rigonfiamento, in seguito un vero e proprio distacco che si estende rapidamente. Negli ambienti interni, invece, la durata degli intonaci è decisamente migliore, sempre che non si verifichino particolari condizioni di umidità che determinano fenomeni simili a quelli già descritti. In tali casi il meccanismo di degrado è molto simile a quello dovuto alla condensa nel caso delle murature, con formazione di zone umide dannose sia per la qualità che per l’estetica dei rivestimenti.

 

MA É PROPRIO VERO, COME PENSANO IN MOLTI, CHE É L’ACQUA LA REALE CAUSA DEL DEGRADO DELL’INTONACO ?

Se l’umidità crea danni, allora perché strutture murarie affrescate come quelle di Pompei prima che venissero esposte all’aria sono rimaste per oltre 20 secoli costantemente soggette a livelli di Umidità Relativa pari a  80 – 90% rimanendo pressoché intatte ed ora si stanno deteriorando?

In realtà l’acqua di per sé non crea alcun danno anzi nel caso delle murature di Pompei sepolte essa ha contribuito alla loro conservazione. Una volta esposte all’aria però l’acqua contenuta nelle murature è evaporata lasciando in esse i sali minerali disciolti quali Solfati, Cloruri, Nitrati.

Questi ultimi si sono cristallizzati nei primi 8 – 12 mm di superficie del materiale e accumulandosi hanno creato i danni che spesso vediamo nelle murature da risanare. I cristalli che formano i Sali possono modificare la propria forma e il proprio volume a seconda dell’umidità e della temperatura ambientale cui sono esposti. Questo continuo mutare crea pressioni in grado di lesionare qualsiasi materiale creando i conseguenti danni ad intonaci e in casi più gravi alle murature.

In molti casi rimuovere l’intonaco e applicarne uno nuovo deumidificante non basta. Anzi a contatto con l’umidità del nuovo intonaco i cristalli presenti vengono dispersi nella muratura. Ma una volta asciugata la malta l’evaporazione provocherà la formazione di nuovi cristalli. Tecniche largamente utilizzate come barriere alla risalita iniettate, onde elettrofisiche ovvero i “classici” intonaci speciali risananti “deumidificanti” non hanno alcuna utilità ad eliminare le cause del degrado rimuovendo i Sali dannosi restando così palliativi temporanei.

L’unico modo per intervenire in maniera definitiva è estrarre i Sali presenti nella muratura consiste nel realizzare un trattamento con Cocoon® Westox della Tecnova Group.

Si tratta di un vero e proprio impacco di pasta che lasciato essiccare “estrae” i sali dannosi presenti nella muratura. Una volta rimossa l’applicazione potranno essere utilizzati i normali intonaci che saranno così a lungo preservati.

Ovviamente esistono altri fattori di degrado legati all’acqua come l’azione meccanica del gelo oppure la formazione dell’acido carbonico. Tuttavia i cristalli di sali rappresentano la maggiore causa di deterioramento il cui rischio è anche previsto all’interno delle tabelle allegate al Capitolato Speciale per il Restauro Architettonico per i lavori pubblici.

 

Esempi di superfici ammalorate

Il bio estrattore Cocoon

 

 

1Comment
  • carlo oliviero
    Postato alle 18:06h, 25 gennaio

    Sono pienamente d’accordo con questo tipo di intervento in quanto gli intonaci deumidificanti esistenti oggi in commercio non fanno altro che far evaporare il vapore acqueo insito nei muri , ma i sali rimangono sempre li’ ,pronti a manifestarsi ancora nel tempo.Ben vengano allora questi bio estrattori di sali , i quali eliminano in modo definitivo la problematica dell’umidita’ nei muri.Vorrei sapere il costo a mq per questo intervento?grazie.